LA COSA IMPORTANTE
"Gli amici sono quelle rare persone che ti chiedono come stai
e poi ascoltano persino la risposta."
Anonimo
Nessuno o quasi ti ascolta più, oggi. Anzi, sembra che molti parlino solo per ascoltarsi. Altri per cercare di tenere tutto sotto controllo.
L’altro giorno spiegavo a una persona che oggi per investire i sudati risparmi bisogna innanzitutto comprendere e accettare i concetti di rischio e volatilità (e pazienza), che il tempo di pensare prima ai rendimenti è fi-ni-to.
Mi ha “ascoltato” per quasi un’ora, con tutti i miei grafici sui tassi, i rapporti rischio/rendimento… E’ una persona piuttosto giovane, un professionista, uno che gira il mondo… certamente capirà la sostanza, pensavo. Quando ho smesso di parlare mi ha guardato negli occhi. Non so se fosse preoccupazione per i suoi risparmi o per il mio stato mentale quella che traspariva dai suoi occhi un po’ sgranati che mi fissavano.
Poi, ha aperto bocca: “Sì... d’accordo… ma… però…”
Sono rimasto muto, in attesa.
“… Ma però a me basterebbe un 3-4% l’anno senza rischiare. In fondo il consulente sei tu…”
Perfetto.
Ci siamo lasciati che lui mi diceva “ci vediamo presto”, ma in fronte aveva stampato e lampeggiante il tasso promozionale offerto per 3 mesi dal conto di deposito di una delle varie banche ex fallite e resuscitate (con il miracolo dei soldi pubblici).
Così, mi pare che i “Sì-d’accordo-ma-però” siano una categoria molto diffusa. A partire da quelli che ti chiedono come stai, ma della risposta non gli frega una mazza. A volte hanno la faccia d’angelo, che si stupiscono. Altre la faccia di bronzo.
Sono quelli che quando ti dicono “Secondo me…” intendono “Io, che ho ragione…”
Che con il “Ti parlo sinceramente” e “Io dico quel che penso” cercano di nascondere il loro incessante giudicare.
L’idea fissa, alla fine, è quella di avere tutto sotto controllo: programmare, progettare, voglio questo e punto a quello, controllando al centesimo…
Il che, se è pura illusione di fronte ai fatti della vita, è particolarmente inutile (e dannoso) quando si ha a che fare con i mercati finanziari. Che delle tue aspettative e dei tuoi giudizi tendono a fregarsene.
Forse mi sbaglio, ma ho questa sensazione che sempre più persone non riescono a uscire dai confini delle proprie convinzioni (o meglio: credenze), dai propri film mentali. Un problema di empatia, anche: non riuscire a (o non voler) calarsi nella situazione altrui. Non si ascolta, e non si pensa alle conseguenze che le proprie azioni hanno sulla vita degli altri.
E’ uno squilibrio. Ma la vita invece è fatta di equilibri, della ricerca di un equilibrio.
Dal ph del sangue, che se si altera ti ammali, alle relazioni sociali, agli eventi atmosferici, ai mercati finanziari… All’equilibrio fra emisferi del cervello: il sinistro della razionalità e del controllo e programmazione, e il destro per l’intuito e le emozioni.
La disarmonia è come se in un’orchestra un numero crescente di musicisti suonasse per conto suo, fregandosene di tutto il resto. Invece che in una sinfonia ti ritrovi in una cacofonia che disturba.
E sarà forse per questo immenso bisogno di avere tutto sotto controllo che molti si agitano appena c’è un -2% sui mercati.
Che ti chiamano perché bisogna vendere appena si vede che scende e naturalmente comprare appena si vede che risale. E ora che ci sono Wikipedia e Yahoo Finanza sanno tutti un sacco di cose e sono tutti aggiornati fino alla news (inutile) di 12 minuti fa.
Che quando gli dici che il rendimento garantito non c’è, oscillano come se gli mancasse la terra sotto i piedi in una scossa di terremoto.
A loro consiglio sempre di andare alle Poste a sottoscrivere un bel Buono Postale tradizionale: lo zerovirgola annuo e non ci si pensa più (ma in genere finiscono per farsi appioppare una polizza con dentro i fondi investiti in Borsa, che la direttrice dell’Ufficio deve fare il budget e gli ha detto: “Stia tranquillo con noi è in una botte di ferro firmi qui, qui e qui!”).
Sì-ma-però…
Scriveva l’altro giorno Francesco Caruso, analista finanziario assai serio e posato:
“… L’investitore italiano concepisce solo il guadagno, non capisce che quel tempo è finito.
Questo porta a una serie di distorsioni, per esempio porta i gestori a cercare qualcosa che soddisfi i loro clienti, a volte si preferisce cercare di evitare la lamentela magari buttandosi su trend che sono in salita tardiva, ed esponendo l’investitore al rischio. In ultima analisi è tutto l’indotto a generare bolle… Gli investitori non possono più mettere la testa sotto la sabbia e dire ai propri private banker o ai propri consulenti o a se stessi, devi farmi guadagnare soldi…
[Bisogna] capire e divulgare che non esiste nessun rendimento garantito. C’è un punto nello sviluppo di una bolla che è una specie di punto di non ritorno. Il punto in cui l’interesse del private (o del promotore) e quello del cliente cominciano a divergere perché il private sa che facendo investire il suo cliente in un certo modo lo sta esponendo a un rischio molto elevato…” (*)
Sarà forse per questo che quando l’altro giorno l’Austria ha emesso il suo nuovissimo titolo di stato centennale (yes, scadenza 2117), le richieste hanno superato di tre volte l’offerta. Si vede che i fondi sono costretti a buttarsi sul rendimento del 2,1% offerto dal bond austriaco pur di non sentire le lagne dei “Si-d’accordo-ma –però”.
L’unico piccolo problema è che il titolo in questione ha una duration di 43: se per caso i tassi di interesse salissero di 1 punto lui perderebbe il 43%. Nessun problema, comunque: chi non volesse prendere atto della volatilità intrinseca di un investimento (per ottenere il 2%) potrà sempre attendere il rimborso alla scadenza del 2117. (**)
Ultimamente ho ricevuto diverse richieste tipo questa:
“Buonasera , non avete ancora pensato con il vostro team di trattare e far conoscere il mondo degli investimenti in criptovalute ? Ethereum, bitcoin... “
Colgo quindi l’occasione per fare qualche considerazione.
Purtroppo io non sono Piero Angela (e qui non siamo a SuperQuark)… e fare il divulgatore gratis non rientra nelle mie possibilità. Inoltre non vorrei si pensasse che qui abbiamo una redazione con uno stuolo di collaboratori che fanno ricerche e scrivono bozze e poi arrivo io per le rifiniture e i puntevirgola. Il nostro “team” è composto da me e Dolores. Punto. Quindi al limite si potrebbe pensare a una rubrica tipo “La posta di Dolores”, che potrebbe trattare di Borse & Trend dei mercati, ma nel senso griffato del termine. Dico questo non per tirarmela, ma per cercare spiegare come mai rispetto a prima sono diventato lento o assente nelle risposte. Ogni tanto infatti, mi arriva una richiesta tipo:
“Carissimo, le mando questi 18 articoli e 12 video sul futuro dei mercati e le relazioni fra la massa monetaria e la variabile stocastica della curva dei rendimenti. Mi piacerebbe avere una sua opinione in merito…”
Manco fossi un opinionista di quelli che infestano la tv sparandole ovunque (sarà forse per questo che cerco di non guardare la tv, salvo "Masha e Orso").
Purtroppo, rispetto a prima i tempi sono molto cambiati. O meglio: non c’è più tempo. O, per essere più precisi: il tempo per le cose gratis si è drasticamente ridotto. E forse è meglio così, perché alla fine il gratis non viene apprezzato e valorizzato. D’altronde non è che io nella vita faccia tutt’altro e Bassa Finanza è un simpatico hobby, tipo avvocato che a tempo perso scrive di ricette gourmet. No, io mi occupo esattamente di quello che scrivo.
Il confronto è sempre importante e tante volte per scrivere ho attinto da spunti che mi sono arrivati e di cui sono grato. Ma certe cose non sono più possibili. Ad esempio, per trattare temi come il Bitcoin, le criptovalute, la tecnologia blockchain - temi complessi, innovativi e in continua evoluzione – ci vorrebbe una quantità di tempo davvero notevole. Dico per parlarne seriamente e non con il copia/incolla Wikipedia. E a cosa (o a chi) dovrei sottrarre tutto quel tempo per regalarlo?
Così, a volte semplicemente non rispondo; o lo faccio in ambito professionale, ovviamente su basi diverse. Necessariamente.
Tornando al bitcoin, l’altra considerazione che mi viene è la tempistica delle richieste di informazioni & opinioni. Mi sono arrivate proprio in corrispondenza dell “P” di peak (picco) nel grafico sotto del prezzo del Bitcoin in usd:
Il che, nella storia dei mercati, non è esattamente un buon segno. Cioè, quando tanta gente comincia a interessarsi a qualcosa perché se ne parla sempre più, perché il suo prezzo è salito a bomba…
Ma se qualcuno stesse pensando che il Bitcoin e le varie criptovalute sono una bolla, una mania etc. etc., vorrei invece sottoporre alla vostra attenzione un fenomeno di rigonfiamento di cui non mi pare si parli granché.
Forse non tutti sanno che (come diceva la Settimana Enigmistica)… che la Banca Centrale Svizzera (Snb) ha le sue azioni trattate in borsa. Cioè, se uno vuole può comprarle e diventare azionista della Snb. Forte, no?
Negli ultimi tempi l’idea dev’essere venuta a parecchi, dato che siamo a +100% in un paio di mesi:
Stano ma vero (sempre da Settimana Enigmistica): le azioni dell’Istituzione che dovrebbe vigilare sulla stabilità economica di un paese sono in bolla piena. Un rebus. Sarà forse legato al fatto che la Snb sta investendo le riserve del paese in azioni Apple, Amazon Google, Netflix etc? Cioè, stampa franche svizzeri e ci compra azioni Facebook. Mi sembra una barzelletta.
Ma le risate a denti stretti ti vengono a guardare il mercato del credito, cioè i bond, il cui prezzo dovrebbe darti indicazioni precise sulla salute dell’emittente. Mi sa che le inondazioni di liquidità delle banche centrali hanno ubriacato anche i cosiddetti “Bond Vigilantes” (gli operatori in bond, che controllano la solidità degli emittenti), che sembrano non capirci più una mazza neanche loro, forse perché travolti dai si-ma-però arrapati che vogliono i rendimenti a tutti i costi e quindi anche un rating CCC va bene. Infatti, per l'appunto, l’altro giorno la mitica catena di negozi di giocattoli Toys R Us è fallita (che ormai a Babbo Natale gli si manda un Whatsapp con servizio Prime, altro che negozio…).
La cosa interessante è che fino alla fine di agosto i suoi bond (high yield, cioè junk, con rating CCC orrendo) erano prezzati a 100 e anche più, come se fosse tutto a posto e si trattasse di un investimento tranquillo. Poi, di botto, un bel -80% e default. Forse il mondo ormai si aspetta sempre un salvataggio, un’iniezione di liquidità, un intervento del Governo… Così mi sembrano tutti un po’ rincogl distratti. Chissà quanto varrebbero i Btp senza Draghi che li compra.
Vabbé. E ora che si fa?
Come i lettori di lunga data ben sanno, qui da sempre non si danno solo opinioni & discorsi, ma poi si va al sodo. Rispetto all’ultima volta, nei Portafogli Colorati abbiamo avuto tre vendite. La prima riguarda Whole Foods Market, la catena di supermercati alimentari bio-chic recentemente acquisita da Amazon. A fine agosto le sue azioni sono state delistate e rimborsate. E non ci si lamenta, visto che si esce con un +35% rispetto al prezzo di acquisto di un anno e mezzo fa. Pochi giorni fa è invece scattato il trailing stop su Walt Disney, il cui titolo sta evidentemente soffrendo per la crisi della parte di business relativa alla tv via cavo su abbonamento. Comunque, la posizione chiude con +23% in tre anni.
In ultimo, il fondo con i bond in franchi svizzeri depone le armi, “travolto” dalla svalutazione del chf (che la Snb è molto impegnata sul Nasdaq, come visto), e proprio ieri è scattato lo stop loss a -8%.
Il che stimola una considerazione sulla validità della strategia protettiva del trailing stop, il livello prestabilito che ti costringe a vendere anche in perdita (cosa che riesce difficile ai più, esponendoli al rischio disastro nei portafogli).
E favorisce anche un’analisi sui risultati dei Portafogli Colorati in questi anni.
Considerazioni che trattiamo in una news a parte dedicata.
Comunque, guardando ai risultati, alla selezione dei titoli (e degli asset: gold, bond, azioni…), unita a pazienza e la gestione del rischio con stop loss e trailing stop, pare che il tutto funzioni piuttosto bene. Senza farsi turbare troppo dalla volatilità, però.
Invece un sacco di gente vorrebbe avere tutto sotto controllo, si accanisce a cercare il momento migliore per vendere e comprare, si lancia in slalom per sfuggire ai cali del 5% e impiega un’infinità di tempo ed energie saltellando da un blog (gratis) alle news in real time, ai grafici sali/scendi, alle analisi dei guru del momento.
E’ la mania, o forse la presunzione, di avere tutto sotto controllo. Insicurezza, ma spesso anche arroganza (più o meno mascherata): come si può pensare di prevedere e controllare un fenomeno di massa globale e interconnesso come i mercati finanziari?
L’altro giorno c’è stato un black out nella mia posta elettronica (oltre a quella di qualche milione di utenti dello stesso provider). Vuoto totale: le email non partivano e non si ricevevano. E, ovviamente, nessuna notizia dal provider, peraltro impossibile da contattare (come ben sanno tutti coloro che hanno mai provato con la sezione “contatti” di una mega multinazionale).
Mentre cominciavo ad accarezzare l’idea di un mondo senza email e senza messaggini… la situazione mi ha risvegliato l’interesse per la cyber security. Un tema secondo me ancora molto sottovalutato, mentre siamo sempre più ostaggi del mondo telematico. Ad esempio, immagino che le case produttrici di automobili dovranno investire qualche trilione nella sicurezza informatica via via che le auto sono sempre più tecno interconnesse, dato che oggi basta un wifi e un hacker per dare ordini alla macchina che tu stai guidando. E che dire di un black out prolungato dei server di posta? Qualche virus nei computer delle compagnie aeree? Centrali elettriche? Furto di dati e identità?
Per non parlare dei portafogli virtuali (wallet) con dentro i tuoi bitcoin…
Il tutto senza voler sconfinare nel militare, con i missili teleguidati, etc.
Insomma, credo che il trend degli investimenti in sicurezza informatica da parte di aziende e governi sia necessariamente in crescita e quindi voglio ricomprare un etf specifico. Dico “ricomprare” perché ci avevo già provato a fine 2015, ma con le botte di volatilità delle borse a inizio 2016 siamo stati sbalzati fuori quasi subito. E comunque oggi, dopo vari saliscendi, il prezzo è più o meno lo stesso del primo tentativo.
Metterò questo etf nel Portafoglio Bianco, quello per i bambini, con un orizzonte di lungo termine. Con la speranza che quando saranno più grandi, gli hacker non gli facciano sparire i sudati risparmi depositati in valuta virtuale in un cloud.
Per chi volesse dare un’occhiata a una simpatica mappa interattiva degli attacchi di hacker in tempo reale nel mondo, basta cliccare qui (non è un virus, potete cliccare…).
Un’altra cosa che mi colpisce è l’andamento delle commodities negli ultimi 10 anni. Ecco il Goldman Sachs Commodities Index (che comprende tutte le materie prime: energia, metalli, agricoltura…):
E per una prospettiva ancora più lunga:
Siccome pare ormai che le materie prime siano una cosa sporca e obsoleta e possiamo vivere solo con la tecnologia e tutti vogliono comprare Apple e Facebook, io metterei nei portafogli un altro po’ di metalli (tipo ferro e rame) oltre a quelli già presenti nel Portafoglio Fucsia con le azioni Bhp. Partendo da -65% negli ultimi 10 anni (o -70% visto che anche oggi stanno scendendo), forse ci possiamo provare. Avendo ben presente che queste son cose volatili. Comprerò quindi un fondo specializzato che detiene in portafoglio le principali aziende minerarie.
Riepilogando.
Per il Portafoglio Bianco, compro:
- Etf Ise Cyber Security, trattato su Borsa Italiana, cod. isin: IE00BYPLS672
Per il Portafoglio Giallo, compro:
- il fondo BGF World Mining euro E, cod. isin: LU0172157363
La cosa importante (per me)…
La cosa importante è cercare di stare con persone che risuonano come te.
La risonanza è quel fenomeno per cui, se c’è sintonia le tue vibrazioni possono essere trasmesse a chi ti sta accanto, e viceversa. Se accanto a un diapason che vibra sul La se ne mette un altro, lui inizierà a suonare anche se non viene percosso. Con una magia invisibile, la vibrazione si trasferisce dall’uno all’altro, in un’influenza reciproca.
Tutti abbiamo bisogno di aiuto, di influenze positive, per cercare di stare centrati e ritrovare l’accordatura. Senza accordatura non può esserci armonia, né equilibrio.
Se si considera che tutto nell’Universo vibra e suona, è molto meglio stare alla larga da situazioni e persone che stonano. La loro influenza, anche se invisibile, avrà un effetto.
Meglio cercare una vita semplice, senza fronzoli. Che tanto non puoi averla sotto controllo. E non puoi portarteli dietro per sempre. Meno fronzoli, meno insicurezze.
Appena riesco a trovare nuovamente spazio e tempo ci si rivede qui, su Bassa Finanza, questa creatura tanto importante per me quanto esigente... Che il tempo non le basta mai.
Un saluto.
Giuseppe Cloza
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