DIECI ANNI DI PORTAFOGLI COLORATI. COME SONO ANDATI?
Le teorie finanziarie, quelle insegnate nelle business school, sono fondamentalmente sbagliate.
Benoit Mandelbrot
La speculazione è il tentativo di trasformare una piccola somma in una fortuna. L’investimento è il tentativo di impedire a una fortuna di tramutarsi in una piccola somma. Fred Schwed Jr.
Wall Street è l'unico posto dove la gente arriva in Rolls Royce per chiedere consiglio a chi viaggia in metropolitana.
Warren Buffett
Il senno di poi è una scienza esatta. Motto dei F.lli Boscoli
Dico la verità, non pensavo proprio fosse tutto così rapido. Uno non finisce mai di stupirsi. Ho creato i Portafogli Colorati nell’ottobre 2009 perché tutti potessero vedere e controllare quello che facevo; contenitori dove tutto sarebbe sempre rimasto lì, con una serie storica consultabile, con i suoi successi, gli errori e le ingenuità.
I diversi colori vogliono caratterizzare la tipologia di Portafoglio: il Giallo è una specie di bilanciato omnicomprensivo; l’Azzurrino è dedicato alle proverbiali vecchine coi capelli azzurrini che sono orfane dei bot al 4%; il Bianco è pensato per i bambini: investimenti a lungo termine in questa strana epoca di tassi a zero ed evoluzioni/rivoluzioni tecnologiche, finanziarie, etc.; nel Verdolino si cerca qualche soluzione di investimento con un occhio alla qualità della vita e dell’ambiente; nel Fucsia, il colore delle bolle, ci si lancia in investimenti più volatili…
Per un riepilogo delle caratteristiche dei vari Portafogli vi rimando a fondo articolo, dove ho raccolto gli scritti sul tema pubblicati via via.
Così, dieci anni fa, con le mani un po’ tremolanti, dichiaravo in rete primi investimenti nei Portafogli, temendo ovviamente cataclismi e figuracce; con l’unica certezza che da quel momento non si poteva più tornare indietro.
Oggi colgo l’occasione, per me importante, di condividere con voi un riepilogo su 10 anni di investimenti.
Intendiamoci, io non sono un gestore e non mi voglio sostituire ai professionals delle case di investimento (che dispongono anche di ben altri mezzi).
Però sono un imprenditore, nel senso che Bassa Finanza è la mia impresa, dove ho investito moltissimo tempo. Quindi è importante per me analizzare e misurare nel tempo i risultati del mio investimento per verificarne l’efficienza, la produttività e la sostenibilità.
Allora, com’è andata?
Parlando di risultati, dobbiamo ricordare che su Bassa Finanza non si fa consulenza personalizzata. Non è quindi possibile assegnare un peso percentuale specifico alle singole posizioni in portafoglio. L’unico modo per valutarne l’andamento è dunque quello di calcolarne il rendimento medio come fossero tutte equipesate.
Ecco il rendimento medio delle posizioni presenti a oggi (le posizioni aperte) nei Portafogli Colorati con storia decennale (i dettagli delle posizioni si trovano qui ), considerando sia quelle in guadagno che in perdita:
Portafoglio Giallo (15 posizioni): rendimento medio +56,24%
Portafoglio Azzurrino (7 posizioni): +94,62%
Portafoglio Bianco (12 posizioni): +66,15%
Portafoglio Verdolino (7 posizioni): +34,75%
Portafoglio Bolla Fucsia (13 posizioni): +34,15%
Con una media per singolo investimento (calcolata su tutte le 54 posizioni aperte) di +55,3%.
Questo in termini assoluti.
Ma considerato che la durata media delle posizioni aperte è di poco meno di 4 anni (circa 1400 giorni), abbiamo che il rendimento medio annuo assoluto delle 54 posizioni aperte, calcolato sulla durata media, è di +14,5%.
Che corrisponde a un rendimento annualizzato composto di +11,5%.
Se andiamo a esaminare il rapporto win/loss relativo alle posizioni aperte, abbiamo:
posizioni in guadagno 46 (85% del totale), con una media rendimento di +65%
posizioni in perdita 8 (15% del totale), con una media rendimento di -17%
Già, ma le posizioni chiuse? Cioè quelle vendute con stop loss o trailing stop, come sono andate?
Esaminando tutte le 142 posizioni chiuse nei 10 anni di esistenza dei Portafogli di Bassa Finanza, il risultato medio è +11,1% (centesimo più, centesimo meno: tutti i dettagli qui ).
In pratica, la gestione del rischio ha consentito, in media, di non avere mai posizioni chiuse in perdita.
Risultati che probabilmente ai F.lli Boscoli sembreranno banali. In fondo, quando sale si vede.
In dettaglio:
le 80 posizioni chiuse vincenti hanno avuto un guadagno medio di +31%
le 62 posizioni chiuse in loss hanno avuto una perdita media di -14,5%
Il tutto con una durata media dell’investimento di circa 1 anno e 7 mesi.
In pratica, annualizzando il tutto, abbiamo un rendimento medio annuo complessivo nelle posizioni chiuse (win e loss) di +6,5%.
Riepilogando, nei dieci anni 2009-2019, considerando sia le posizioni aperte che quelle chiuse.
Media totale dei Portafogli Colorati per singola posizione (aperte e chiuse, win e loss): +23,3%
Operazioni win 65% del totale (guadagno medio +40%)
Operazioni loss 35% del totale (perdita media -13%)
Quindi, benché calcolare esattamente la volatilità complessiva dei Portafogli sia impresa ardua, direi che possiamo essere molto soddisfatti, dato che l’oscillazione media al rialzo è di +40% contro quella al ribasso di -13% (e le oscillazioni al rialzo sono quasi il doppio di quelle al ribasso).
La durata media di ogni investimento (posizioni aperte e chiuse) è di circa 2 anni e 3 mesi.
Quindi, il rendimento medio totale annualizzato corrisponde a +7,8%
Qualcuno potrebbe trovare interessante un confronto con l’andamento di qualche fondo.
La cosa è particolarmente difficile, dato che nei Portafogli Colorati non possiamo dare i pesi percentuali delle singole posizioni.
Ad ogni modo possiamo ipotizzare che i Portafogli Colorati (prevalentemente azionari, con qualche inserto di bond) costituiscano una parte consistente (50/60%) di un portafoglio più ampio, dove la quota restante è investita in bond diversificati e cash.
Complessivamente potrebbe venir fuori una sorta di fondo bilanciato (un po’ sui generis), con il 25/40% di azioni globali, il 10/15% di gold e il resto investito in bond (corporate, emerging market, subordinati…) e cash.
Se assegnamo alla quota bond & cash un rendimento medio annuo del 3% (come piace alla signora Pina, considerando che ovviamente 10 anni fa i bond rendevano molto più di ora), possiamo ragionevolmente ottenere nel complesso un portafoglio bilanciato con una volatilità particolarmente contenuta e un rendimento medio annualizzato, nei dieci anni, del 5,5/6%.
La volatilità viene attutita (oltre che dalla scelta dei titoli) dall’inserimento del gold che, come visto tante volte (ad es. in BF del 29/5/2019 ), essendo storicamente decorrelato rispetto all’azionario, funziona come un ottimo bilanciere. Senza per questo far diminuire più di tanto la performance complessiva rispetto a un portafoglio senza gold e con più azioni.
E veniamo ai confronti.
Analizzando le varie categorie Mornigstar dei fondi di investimento, prendiamo a confronto quelle che più si possono avvicinare: Bilanciati Prudenti eur, Bilanciati Prudenti Globali eur, Bilanciati Moderati, Bilanciati Moderati Globali eur, Bilanciati Flessibili e Bilanciati Flessibili Globali eur.
Complessivamente ci sono 530 fondi che hanno 10 anni di storia.
I rendimenti annualizzati medi delle categorie vanno da un massimo del 4,7% (Bilanciati Moderati Globali) a un minimo del 3% (Bilanciati Prudenti eur).
Ovviamente stiamo parlando di una media, all’interno della quale ci sono fondi che hanno reso l’8% e fondi con lo 0,5%...
Ma quel che conta, secondo me, è che questo ipotetico Portafoglio Colorato Bilanciato Sui Generis di Bassa Finanza, con il suo rendimento annualizzato del 5,5/6% nell’arco di 10 anni, si collocherebbe stabilmente nella fascia alta di una classifica che comprendesse i 530 fondi di cui sopra.
Considerando tutti i rendimenti dei fondi, Bassa Finanza sarebbe intorno alla 60esima posizione, cioè a fianco (e non di rado al di sopra) di blasonatissimi nomi del risparmio gestito.
Come si dice tecnicamente, starebbe fra il primo e il secondo “percentile” dei fondi migliori, cioè, in una classifica da 1 a 100 si collocherebbe al 12° posto.
Comunque la mettiamo, non so voi, ma io sono soddisfatto. Con buona pace di chi in passato diceva che Bassa Finanza aveva solo visioni catastrofiste…
A tutto ciò dobbiamo aggiungere i due Portafogli più recenti, che ovviamente non entrano nel riepilogo decennale: il Rosso Big Babol, con meno di due anni di vita e il Portafoglio Grigio, creato pochi mesi fa.
A oggi i risultati sono i seguenti:
Big Babol (8 posizioni aperte): rendimento medio +17%
Grigio (15 posizioni aperte, dal 27 giugno 2019): rendimento medio +5%.
Concludo con un ringraziamento particolare a Dolores, che ha fatto tutti i conteggi spulciando gli archivi e trasformandosi in un file Excel vivente. Pare che abbbia continuato a borbottare formule, numeri e percentuali anche mentre era alle prese con lo shopping del Black Friday… Speriamo si riprenda presto.
Più sotto trovate le spiegazioni delle caratteristiche dei vari Portafogli, estrapolate da articoli e numeri passati di Bassa Finanza.
Allora, vi saluto. A presto.
Giuseppe Cloza
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IL COLORE DEI PORTAFOGLI
(Da BF del, 7 maggio 2011)
Investire in qualcosa di cui non si conosce bene il funzionamento equivale a correre attraverso una fabbrica di
dinamite tenendo in mano un fiammifero acceso. Anche se si sopravvive, si resta degli idioti.
Joel Greenblatt
Per tutti i nuovi lettori, ma anche per gli affezionati “storici” un po’ distratti o che vanno di fretta, voglio ricordare che ogni numero di Bassa Finanza, dopo aver fornito informazioni e commenti con un po’ di ironia, cerca sempre di dare un risvolto pratico e concreto per affrontare l’agghiacciante realtà tragicomica che ci si dipana davanti. Alla fine di ogni Newslettera c’è l’apposito capitolo dal titolo “Dopo i discorsi: ora che si fa?”, dove si elaborano idee di investimento per proteggere i risparmi (dai rischi dei mercati, dall’idiozia di certi gestori, da consigli dissennati, ma anche dalla perdita di potere d’acquisto, con la bufala dell’inflazione ufficiale…).
Naturalmente sono idee mie, valide per me, e non si tratta certo di consulenza o sollecitazione (come chiarito nel disclaimer). Ma, se a qualcuno piacciono, ne faccia l’uso che ritiene più opportuno. Tutte le idee di investimento hanno la caratteristica di essere facilmente applicabili da chiunque: non tratto mai cose troppo complicate (tipo opzioni e futures), esotiche (azioni coreane, bond del Madagascar…) o riservate a chi dispone di patrimoni ingenti (ad esempio gli hedge funds, che richiedono un investimento minimo di 500.000 euro); e non parlo di titoli che non siano facilmente comprabili da chiunque abbia un conto in una banca mediamente attrezzata.
Visto che le idee di investimento saltavano fuori un po’ dappertutto e si accavallavano fra loro, ho pensato di “relegarle” in diversi portafogli, ognuno con una sua logica, rappresentata da un colore. Logica che in certi casi è sovrapponibile (come l’oro, presente in quasi tutti i portafogli).
Una costante dei portafogli è la presenza di abbondante cash, che ovviamente non posso quantificare in termini precisi, in quanto ognuno ha la sua propensione al rischio. Potrebbe essere il 30% o anche il 60%, dipende. L’importante per me è sapere che il cash (a differenza dei gestori di fondi, praticamente obbligati a investire sempre) è un vero e proprio investimento. “Ma oggi non rende niente!”, obietterà qualcuno. Vero. Però la liquidità ha almeno altre due caratteristiche che la rendono fondamentale: è un cuscino protettivo, ottimo anche per sonni tranquilli; ed è ciò che consente di cogliere le occasioni quando si presentano. Nei momenti di tempesta, chi è incastrato in investimenti in perdita (e con poco cash “protettivo” a disposizione) è troppo occupato a tremare o mangiarsi le unghie per accorgersi di quel titolo che è sceso a livelli interessanti per essere comprato. E se anche quando se ne accorgesse, l’idea di liquidare un investimento in perdita per creare la provvista necessaria a un nuovo acquisto, è particolarmente difficile da attuare.
Veniamo ora al colore dei portafogli.
Il Portafoglio Giallo è il primo creato, quello diciamo così “storico”, che infatti ha il maggior numero di titoli. E’ valido un po’ per tutte le stagioni ma richiede una certa cura. Il giallo è il colore dei film in tv che vanno bene più o meno per tutti, a patto che ci sia una supervisione di un adulto. Al Pronto Soccorso, il livello Giallo è quello dove bisogna stare attenti, anche se non c’è un pericolo immediato. Naturalmente la rischiosità complessiva del portafoglio dipende anche dal peso dei singoli investimenti.
E qui voglio ribadire la regola valida per tutti i portafogli: salvo eccezioni (ad es. oro e argento) il peso di una singola posizione non supera il 4-5% e non è inferiore all’1%. La logica è questa: un titolo che va molto molto bene può dare un contributo alla performance totale anche se rappresenta solo l’1% del totale; un titolo che va molto molto male (ad esempio perde il 25%, facendo scattare il trailing stop, termine per cui vi rimando all’apposito articolo nell’area per gli utenti registrati), se ha un peso limitato, non creerà mai disastri irreparabili. Ad esempio, il 25% di perdita su una posizione che pesa per il 4% del portafoglio, comporta un impatto negativo globale dell’1%.
Fatto 100 un portafoglio, se si investe 4 in un titolo e questo perde il 25%, il suo valore si ridurrà a 3, che rappresenta il -1% sul totale.
Il Portafoglio Azzurrino. Dedicato a tutte le vecchine dai capelli azzurrini che si trovano ormai fra l’incudine (dei tassi bassi) e il martello (di qualche consulente predatore). Così, non di rado, quando un’Azzurrina va alla Posta per rinnovare i Buoni Postali Fruttiferi, gli viene detto che ormai non raddoppiano più in 7 anni come prima (cosa di cui lei è ancora convinta), ma che oggi rendono il 2% e per raddoppiare il capitale, di anni ce ne vogliono 35. E il valente funzionario propone alla confusa vecchina un’irresistibile alternativa, spesso costosa, inefficiente e a volte rischiosa. Prodotti quasi sempre incomprensibili, che tanto lei deve solo firmare dove c’è la crocetta (“Firmi qui, qui e qui! E stia tranquilla! Vedrà che è in buone mani…”). Il Portafoglio Azzurrino è dedicato anche a Bottavio, il pensionato timorato che fino a poco tempo fa integrava il reddito con le cedole di Btp e Cct e ora non sa più dove battere la testa. E non di rado gli propongono di investire in bond rischiosi, solo perché la cedola è più alta. Comunque, indipendentemente dall’età e dalla condizione di pensionato o meno, questo portafoglio è dedicato a tutti coloro che ci si riconoscono.
In fondo, i Bottavi e le Azzurrine sono l’ultima riserva di caccia per le banche (e le Poste e le assicurazioni), che per mantenere i loro enormi apparati continuano a rifilare ciofeche orrende, infiocchettate con bei discorsetti e brochures scintillanti, a tutti coloro che non sono in grado (o non hanno voglia) di scaricare autonomamente il pdf delle condizioni scandalose del conto corrente o dell’obbligazione appena emessa, per scoprire in un attimo che costa più di quanto rende.
Il Portafoglio Verdolino è dedicato a tutti coloro che vogliono investire prestando attenzione anche a tematiche di etica, rispetto per l’ambiente, etc. Ma si chiama Verdolino perché, secondo me, nell’investire soldi non si può essere etici al 100%. Proprio come nella vita. Così, ad esempio, è inutile sbraitare che investire sul petrolio è un peccato mortale, quando poi si usa il Suv e a casa si vuole girare con la magliettina di cotone (raccolto da bambini indianini sottopagati), anche quando fuori siamo a 20gradi sotto zero. Quel che si può fare è informarsi per cercare un’alternativa sostenibile. Dico “informarsi”, perché ad esempio chi pensa di essere etico/ambientalista usando un veicolo elettrico, forse dimentica che oggi l’elettricità viene prodotta principalmente con due tipi di centrali: nucleari e a carbone. In questo caso, un’alternativa potrebbe essere il gas naturale che è abbondante, inquina meno e ha una resa energetica migliore del petrolio. Così, il Portafoglio Verdolino cercherà di fare investimenti consapevoli e attenti: sarà radicale e intransigente su certi temi (come l’esclusione a priori di armi e affini) ma pragmatico su altri.
Diciamo che non si eviterà di investire su un dato titolo solo perché l’azienda mette a repentaglio l’habitat naturale della zanzara tigre. Bisogna anche stare attenti che etica e ambientalismo non diventino un estremismo, i cui seguaci, in genere, sono buoni solo a invocare maggiori controlli, regolamenti, interventi e sussidi governativi. A spese degli altri, ovviamente.
Ad ogni modo la logica è che, ad esempio, non escludo a priori McDonalds perché non piace agli ambientalisti. La escludo perché scopro che i suoi mitici Chicken Mc Nuggets (che riempiono gli Happy Meal dei bambini) sono fatti per il 50% di pollo e per il resto di un miscuglio di roba varia, compresa una buona dose di schifezze chimiche e sintetiche. Mentre il panino degli hamburger contiene una tale quantità di conservanti dai nomi orrendi (tipo ammonium chloride) che non va a male neanche dopo dieci anni. La escludo, quindi, perché mi prende per i fondelli. Per lo stesso motivo non includo Starbucks, venerata caffetteria radical-ethical-chic che offre solo cibi biologici (a prezzi cardiopatici). Non la includo perché scopro che ci prende per i fondelli anche lei. Starbucks è infatti attivamente impegnata nella lobby che preme perché il Congresso Usa non vari leggi più restrittive sulla tassazione delle multinazionali. In pratica, vogliono continuare a pagare aliquote irrisorie mantenendo la sede legale alle Bermuda, Kayman Islands o paradisi fiscali vari. Bravi, furbi e legittimi; ma se ne vadano a quel paese (appunto) con le campagne buoniste per salvaguardare i piccoli coltivatori, quando poi si comportano come i più sfacciati degli hedge funds.
E non escludo dal portafoglio le banche perché, si sa, son cattive. Escludo quelle che, in base a un report ben documentato, risultano attive nei finanziamenti alle aziende produttrici di cluster munitions (le bombe a grappolo, che, sparate da cannoni o lanciate da aerei, si spargono su vaste aree e rimangono in gran parte inesplose, come mine, pronte ad amputare qualche ignaro civile, spesso bambino). Lo stesso vale per le società di gestione: avessero anche i fondi migliori al mondo, se comprano azioni delle aziende produttrici di questi affari, io non ci investo neanche sotto tortura.
Il problema è che non si può sapere tutto: però si fa quel che si può.
Il Portafoglio Bianco è dei bambini e per i bambini: quelli di 90 centimetri, che hanno bisogno della bassa finanza per sperare di trovare qualcosa quando saranno alti. E non vi nascondo che mi emoziono un pochino mentre scrivo. Perché… ci credo davvero. Credo cioè che le generazioni precedenti abbiano avuto la vita un po’ più facile, almeno dal punto di vista lavorativo e degli investimenti. E credo che le generazioni future avranno bisogno del nostro aiuto, ma da subito. Perché il disastro combinato da quei babbei o Brut Bir Bon di cui si parla sempre qui su Bassa Finanza, avrà ripercussioni che saranno come un’onda lunga nel tempo. Sì, durerà anni e anni.
Prima i nonni risolvevano il problema col famoso librettino postale per i nipoti (era più facile, appunto). Oggi, con gli interessi del librettino i nipotini, una volta maggiorenni, ci compreranno la bustina di zucchero per il caffè.
Sempre che i nonni di oggi (e di domani) possano ancora permettersi di risparmiare per i nipoti.
Bisogna quindi pensare a qualcos’altro, senza finire nelle mani dei soliti noti con le loro irresistibili proposte (“Firmi qui, qui e qui!”).
Il Portafoglio Bianco ha un’ottica di lungo termine. E’ il portafoglio di famiglia, la base su cui cercare di costruire un futuro diverso da quello proposto dalla Banche Centrali e dai Governi, con i loro debiti senza fine e i soldini del Monopoli.
Concludo i colori con il Portafoglio Bolla Fucsia (che in inglese sembra la marca di una gomma da masticare: Purple Bubble). Per tutti coloro che vogliono provarci. Un po’ speculazione a cavallo di una bolla (sperando che, come le Big Babol, non esploda in faccia). Cercando però speculazioni con un’ottica un po’ alternativa.
In fondo, con i tassi così bassi e i mercati sempre più manipolati e volubili, ho la sensazione che le logiche di investimento tradizionali (asset class – azioni, obbligazioni, etc. - diversificazione, risk management…), funzioneranno sempre meno. E, forse, bisognerà optare anche per un approccio speculativo.
Per tutti gli investimenti nei vari Portafogli colorati viene indicata la performance, data e prezzo di acquisto e – se presente – il trailing stop, cioè il livello a cui uscire.
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IL PORTAFOGLIO ROSSO BIG BABOL
(Da BF del 29/12/2017)
… Ciò non toglie che siamo in pieno fermento tech, e quello tecnologico è anche il settore più “figo”, dove si riversano tipicamente i flussi di investimento in cerca di crescite veloci. Specialmente nelle fasi finali dei rialzi.
Allora avrei pensato di creare un nuovo Portafoglio Colorato, dove mettere tutti quei temi di investimento, assolutamente speculativi e volatili, che hanno a che fare, secondo me, con la rivoluzione che stiamo vivendo. Ad esempio la creazione di una nuova infrastruttura per internet, con computer sempre più veloci (sennò addio blockchain); chip sempre più piccoli per gli sviluppi della realtà virtuale e la realtà aumentata, gli occhiali computerizzati, il controllo vocale, ecc…
Dopo una consultazione con Dolores ci è parso che il nome più adatto fosse il Portafoglio Big Babol, dal colore rosso. Spero che così sia abbastanza chiaro.
A questo punto mi fermo. Aggiungo solo che, per la natura volatile dei titoli, nel Portafoglio Big Babol, gli stop loss saranno più ampi del solito…
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IL PORTAFOGLIO GRIGIO
(Da BF del 1/7/2019)
…Quindi, riepilogando, abbiamo le borse che sono in uptrend mentre gli investitori sono impauriti e un po’ depressi. Come andrà a finire? La storia suggerisce questo copione: le borse continueranno a salire (con qualche bello scossone), finché anche gli impauriti diventeranno temerari (e avidi). A quel punto tutto salirà ancor di più. Poi, quando tutti saranno eccitati, arriverà un disastro.
E tutti potranno finalmente dire “chilavrebbemaidetto”. Come sempre.
Così, pensa che ti ripensa, qui abbiamo deciso di creare il Portafoglio Grigio. Un colore che, come dice Dolores, sta bene un po’ su tutto…
Vuole essere un portafoglio adatto – speriamo - ai tempi che verranno. Tempi che richiederanno di essere più conservativi, ma senza rinunciare a qualche investimento un po’ più “azzardato” (in termini di volatilità, si intende). Tempi che comunque richiederanno di abbassare le aspettative.
Ci metto quindi dei bond, senza troppe pretese; l’immancabile gold, qualche materia prima; aggiungo un po’ di azioni, probabilmente poco di moda ma forse più stabili di altre. A dire il vero mi piacerebbe riempire il portafoglio di titoli come Hershey, Microsoft, Nestlé, ma alle valutazioni attuali non me la sento di comprarle ex novo… Ovviamente non posso dare nessuna indicazione dei pesi percentuali degli asset o delle singole posizioni, trattandosi di indicazioni riservate alla consulenza personalizzata. Possiamo solo dire che il Portafoglio Grigio deve avere un carattere piuttosto conservativo…
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