UNA GRANDE NOVITÀ
Mi è sempre piaciuta quella fase prima dell’alba, perché non c’è nessuno a ricordarmi chi dovrei essere, così è più facile ricordare chi sono.
Brian Andreas
Una volta diventati più leggeri, viene finamente il momento in cui siamo in grado di dare risposte nuove.
Fumio Sasaki
Fra poco ci sarà un annuncio. Una bella novità che spero vi piacerà. Dovrebbe essere questione di giorni.
Nell’attesa, a proposito di novità…
Nelle cose della vita (relazioni sentimentali, lavoro, amicizie…) abbiamo sempre bisogno di rinnovare. Via via che il tempo passa è necessario rinnovare, trovare nuove modalità. Ciò che andava bene 10 anni fa, ora magari è diventato vecchio: non funziona più e andrebbe buttato, o cambiato. Altrimenti subentra il killer chiamato abitudine. Il che ovviamene non significa cambiare il partner o il lavoro appena sorge un problema. Molto più spesso si tratta di cercare un rinnovamento.
Altrimenti ti ritrovi contornato di cose (ma anche di situazioni, comportamenti, persone, relazioni) che non funzionano e quindi disturbano: interferiscono sullo scorrere dell’energia nella tua vita. In pratica, anche se non te ne accorgi, piano piano ti intossicano.
Un modo per iniziare semplicemente è quello di partire dagli oggetti, le cose. In particolare quelle che ci legano a un passato che ormai è… passato. Bisognerebbe lasciare andare per poter rinnovare e andare oltre.
Liberarsi delle cose, rimettere a posto, fare ordine, fare spazio, non è solo un’azione fisica e materiale. È molto di più: è un lavoro sull’anima.
Esiste un legame profondo e indissolubile fra ciò che succede fuori e ciò che accade dentro. Per questo l’aspetto esteriore manifesta l’animo, il carattere, i pensieri di una persona. Così come, se cambi dentro cambia il tuo aspetto, allo stesso modo se intervieni sull’aspetto e sulle cose, questa azione ha un impatto sul tuo “dentro”.
Non si tratta di apparire, non è il gesto ipocrita di camuffarsi per far vedere ciò che in realtà non si è. No, si tratta di agire spinti da un desiderio interiore di cambiamento, dalla voglia di prendersi cura di sé.
Se butti via gli oggetti spinto da questo desiderio, contemporaneamente qualcosa comincerà a muoversi anche dentro. E di conseguenza anche l’ambiente ti risponderà, reagendo positivamente a uno che si presenta più curato e in ordine (dentro e fuori), piuttosto che uno trasandato, pieno di polvere e che si trascina dietro bagagli carichi di vecchiumi e rottami arrugginiti.
Anche negli investimenti bisognerebbe rinnovarsi; modificare il modo di pensare, l’approccio. Perché nel tempo le cose e le circostanze cambiano. Ad esempio ci sarebbe da prendere atto della fine dei rendimenti.
In Europa uno degli ultimi baluardi era il Regno Unito. Fino a oggi un semplice conto di deposito chiamato NS&I (garantito dallo stato, un po’ come la nostra Cassa Depositi e Prestiti) in Inghilterra rendeva anche l’1,40%. Roba da leccarsi i baffi, visto quello che offrono dalle nostre parti. Ma ora, con un bell’annuncio hanno fatto sapere ai risparmiatori che da novembre i rendimenti passeranno direttamente allo 0,1% lordo, e in alcuni casi allo 0,01% (sempre lordo).
Intanto i titoli di stato decennali Usa (Treasury) che a inizio anno rendevano quasi il 2% sono passati allo 0,6%. Mentre un Btp italiano a 5 anni rende circa lo 0,3%.
Ma se osi dirlo alla signora Pina e sua figlia Selvaggia, loro iniziano subito a lamentarsi, e insomma che ci stai a fare se non gli sai trovare un investimento sicuro che renda almeno il 3%?
Insieme alla fine dei rendimenti abbiamo quello che potrebbe rivelarsi il vero inizio della bolla. Ricordiamo che storicamente le bolle sui mercati finanziari hanno una crescita esponenziale solo quando anche la massa di neofiti si butta a capofitto nel trading, alla ricerca del guadagno facile e veloce.
A giugno qui su Bassa Finanza si parlava di Robinhood, la piattaforma di trading che in Usa sta spopolando, attirando orde di neofiti scatenati. Le visite alla sezione “learn” del sito, per imparare il fai-da-te, sono aumentate del 250% da gennaio a giugno. E pare che abbiano tutti una gran voglia di fare speculazioni: i clienti che detengono Etf a leva, cioè strumenti particolarmente rischiosi, sono passati dai 20.000 di dicembre scorso ai 100.000 di maggio.
Contemporaneamente i nuovi arrivati stanno inondando di reclami le autorità di controllo (numero di reclami quadruplicato rispetto alla media). Evidentemente, convinti in un facile guadagno, i clienti hanno scommesso i loro soldi senza conoscere i meccanismi dei mercati né tanto meno dei prodotti. Così, quando si bruciano, cercano di contattare il broker per protestare, ma si trovano davanti un sito senza un numero di telefono (contattabile solo via email) e con un helpdesk robotizzato… Così provano a lagnarsi con le Autorità di controllo. Auguri.
D’altronde, a cercare sempre le commissioni più basse e ridotte all’osso, arriva il momento in cui si scopre che anche il low cost ha un prezzo, e prima o poi te lo fa pagare.
Comunque, al di là di Robinhood, la voglia di scommettere al rialzo sembra stia aumentando un po’ dappertutto. Il volume delle "opzioni call" (contratti derivati con i quali si scommette su un rialzo dei mercati con cifre anche modeste, ma che possono azzerarsi) trattate dai piccoli investitori è quintuplicato rispetto all’anno scorso.
La cosa da tenere presente è che questo fenomeno ha avuto una grande accelerazione proprio nel periodo del lockdown, quando il mondo del gambling, le lotterie, le scommesse sportive era chiuso. Così un sacco di gente, impossibilitata a scommettere sulle squadre di football, si è messa a scommettere sulle azioni.
Chissà come andrà a finire.
Nel frattempo anche dalle nostre parti mi pare che qualcosa si stia muovendo. L’altro giorno Zio Nino da Trapani (detto Trapanino) mi ha chiesto cosa fossero i Cfd (Contract for difference, dei simpatici derivati), che un suo amico gli aveva detto ci si fanno un sacco di soldi in fretta. Zio Nino voleva subito aprire un conto sulla piattaforma di un broker di Cipro perché secondo lui è anche gratis.
Ma, preso dalla foga, gli è sfuggita la scritta che si trova in home page sul sito del broker:
“I CFD sono strumenti complessi e presentano un rischio elevato di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. Il 75% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore”.
Ho quindi provato a dissuaderlo, ma ovviamente lui è convinto di rientrare in quel 25% che non ci rimette le penne. Vi farò sapere come procede.
In definitiva, mi pare che siamo sempre più fra l’incudine e il martello, fra i tassi a zero e le borse surriscaldate. E quindi?
Quindi, a parte il fai-da-te sui siti robotizzati low cost o i broker ciprioti, penso che trovare un consulente competente e corretto, una persona di cui fidarsi e con cui condividere questo percorso non semplice, diventi sempre più importante.
Detto questo… E ora che si fa?
Intanto, ricordiamo un adagio popolare:
“Prima che un guru rimanga a corto di previsioni tu sarai già a corto di soldi”.
Un’assoluta verità nel mondo dei mercati finanziari. A meno che, ovviamente, i guru non siano esperti del senno di poi.
Purtroppo però al momento non posso fornirvi le previsioni dei F.lli Boscoli, i veri campioni di questa tecnica. Hanno appena vinto la Coppa Cobram, il prestigioso riconoscimento internazionale per i migliori gestori dell’anno, e per questo sono impegnati in una serie di viaggi per business e conferenze. Considerate le varie quarantene fra una tappa e l’altra, penso di poterli rivedere, se va bene, fra un paio d’anni.
Al di là della pratica chiromantica dell’investimento basato sulle previsioni, continuo a pensare che, avendo un orizzonte temporale sufficientemente lungo (senza quindi seguire le news h24), la cosa migliore sia trovare investimenti di qualità con un buon rapporto qualità/prezzo.
Purtroppo non è facile che le azioni di aziende di qualità scendano a livelli di prezzo convenienti. Ma quando c’è un po’ di sconto, vale la pena provarci. Prendiamo ad esempio la Compagnie Financiere Richemont, colosso svizzero del lusso (terzo al mondo per dimensioni) che detiene brand famosi in particolare nel campo degli orologi di élite, come Piaget, Baume & Mercier, Cartier, Panerai, Vacheron Constantin, Jaeger-LeCoultre, A. Lange & Söhne, IWC Schaffhausen, Roger Dubuis… Un campo forse di nicchia ma con un gran numero di fedelissimi appassionati.
Il settore non è stato risparmiato dalle ripercussioni economiche della pandemia, per cui, rispetto ai massimi di fine gennaio, il titolo è ancora un 20-25% sotto. Quindi… ci provo.
Per il Portafoglio Giallo compro:
Compagnie Financiere Richemont, su Borsa Svizzera, cod. isin: CH0210483332
I Portafogli Colorati sono stati aggiornati. Li trovate qui.
Allora, ci sentiamo fra pochi giorni per la novità in arrivo.
A presto.
Giuseppe Cloza
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